Il punto di caduta del castello di bugie costruito da Giuseppe Macario e Bettina Anna Maria Borrelli – oltre alle presunte truffe messe in atto, sul web, da Macario, di cui vi abbiamo parlato qui – si annida innanzitutto in quella firma, attribuita al notaio Luigi D’Alessandro, che spicca in bella vista sulla Dichiarazione di Trasparenza, il documento depositato al Ministero degli Interni che ufficializza la candidatura di Free Flights to Italy. Firma che la velocissima Selvaggia Lucarelli, nella sua inchiesta su Rolling Stone, aveva già notato come sospetta, innanzitutto per la calligrafia pericolosamente simile a quella dello stesso Giuseppe Macario. Il notaio in questione era stato al centro delle cronache romane e nazionali qualche anno fa, per una vicenda giudiziaria (si parlerebbe di riciclaggio) che lui stesso, su nostra richiesta, ha definito “una triste vicenda che mi sta facendo soffrire dal 2012 tra condanne ed assoluzioni”, e di cui sembra non volerci parlare. Sì, perché ieri, dopo aver appreso dalla stessa Lucarelli che il notaio D’Alessandro aveva smentito categoricamente di aver mai firmato quel documento, noi della Voce abbiamo deciso contattarlo personalmente. Non solo per avere un’ulteriore conferma di un elemento dirimente in questa vicenda – poiché è proprio la presunta firma falsa, e non la fama, pur “dubbia” (per usare un eufemismo) di Macario, a invalidare, eventualmente, la sua candidatura -, ma anche per andare più a fondo nella dinamica di questa incredibile vicenda. Macario conosceva il notaio D’Alessandro? Hanno mai avuto contatti in precedenza? Perché il candidato di Free Flights to Italy ha fatto proprio il suo nome?
Nella risposta alla nostra e-mail, il dottor D’Alessandro ci ha innanzitutto confermato “che la firma apposta sul documento esibitomi non è la mia”, e ci ha comunicato che l’indomani si sarebbe recato immediatamente “a denunciare il fatto alla Procura della Repubblica di Roma”. Quindi, quando gli abbiamo chiesto se avesse mai avuto contatti con Macario, ha negato categoricamente: “Mai visto né mai sentito nominare”, ci ha scritto. E ha proseguito: “Io lavoro in un piccolo studiolo con una sola signorina, e per 10-12 ore al giorno… Non ho contatti politici o di altro genere”. D’Alessandro ha poi aggiunto: “Faccio il notaio da quasi 40 anni e non mi considero uno “smart””. Quanto alle questioni puramente tecniche, il notaio ci ha spiegato che, al giorno d’oggi, “rifare un sigillo è molto semplice: basta avere una copia di un atto o di un qualunque documento che esce dallo studio ed il gioco è fatto”. Non solo: D’Alessandro nota alcune visibili anomalie: innanzitutto che “la firma non contiene la qualifica, che è obbligatoria nella firma che il notaio appone accompagnando il sigillo”. Non solo: a suo avviso “la firma sembra fatta da mano femminile ed è poco fluida, cosa che difficilmente si riscontra nella firma di un notaio che ne appone centinaia al giorno”. Ulteriore rilievo, “il colore del sigillo, il blu, che non viene usato normalmente dai notai, che prediligono il nero”. Anomalie che, stando a quanto ci ha raccontato D’Alessandro, avrebbero forse dovuto insospettire anche il Ministero?
Abbiamo anche contattato il Consolato Generale d’Italia a New York per avere un commento sulla vicenda. “L’unica competenza della rete diplomatica e consolare in relazione alla presentazione delle liste che intendono concorrere alle elezioni politiche riguarda l’autentica delle firme a sostegno della lista stessa e quelle relative all’accettazione delle candidature di residenti nella circoscrizione”, ci hanno risposto. E hanno aggiunto che la lista Free Flights to Italy “non si è avvalsa qui di tali servizi”. La questione dell’autentica non è di poco conto. Lo afferma a chiare lettere anche la giurisprudenza: nella Sentenza del Consiglio di Stato, Sezione V, del 12 maggio 2015, n. 2370, si legge: “Le invalidità che inficiano il procedimento di autenticazione delle firme dei cittadini che accettano la candidatura non assumono un rilievo meramente formale, poiché le minute regole da esse presidiate mirano a garantire la genuinità delle sottoscrizioni, impedendo abusi e contraffazioni. Ne consegue che l’autenticazione, seppur distinta sul piano materiale dalla sottoscrizione, rappresenta un elemento essenziale – non integrabile aliunde – della presentazione della liste o delle candidature e non già un semplice elemento di prova volto ad evitare che le sottoscrizioni siano raccolte antecedentemente al 180° giorno fissato per la presentazione delle candidature”. Un concetto ribadito anche da diverse sentenze del Tar: “L’autenticazione della sottoscrizione non rappresenta un mero adempimento di carattere formale, costituendo invero un requisito sostanziale, inteso ad assicurare la genuinità delle firme dei presentatori di lista, onde impedire abusi e contraffazioni”, afferma ad esempio quello della Calabria nella Sentenza dell’8 maggio 2015, n. 834. In questo scenario, resta ancora da capire dove Macario abbia fatto autenticare le firme, e, se il quadro che sta emergendo verrà confermato, come il Ministero dell’Interno non si sia accorto delle presunte irregolarità presenti. Ministero dal quale attendiamo ancora una risposta alle nostre domande.
Classe 1989, lombarda, dopo la laurea magistrale in Filologia Moderna all'Università Cattolica di Milano si è specializzata alla Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e ha conseguito un master in
di Davide De Luca, Luca Misculin ed Elena Zacchetti
Ci sono forti indizi che il capo di una piccola lista che parteciperà alle elezioni del 4 marzo abbia falsificato la documentazione necessaria per candidarsi e abbia compiuto diverse altre irregolarità, senza che gli enti di controllo se ne accorgessero. La lista, candidata solo all’estero nella circoscrizione America settentrionale e centrale, si chiama Free Flights to Italy, “voli gratis per l’Italia”. È stata fondata da Giuseppe Macario, che sostiene di essere un docente universitario e un ricco imprenditore informatico. Già questo non è vero: Macario è un 36enne di Fiano Romano (Roma) senza alcuna esperienza politica, che gestisce una strana rete di siti internet dai contenuti autocelebrativi e diffamatori e che ha spesso diffuso informazioni false sul suo conto. Cercato per giorni dal Post, Macario si è finora sempre reso irraggiungibile.
Non è la prima volta, peraltro, che emergono casi sospetti nelle procedure elettorali che riguardano la circoscrizione estero: e questo caso solleva nuovi dubbi visto che apparentemente le regole e i controlli esistenti non sono adeguati o non sono applicati correttamente, al punto da rendere possibile una storia come questa.
La sconosciuta lista di Macario, di cui gli elettori all’estero hanno scoperto l’esistenza quando hanno ricevuto le schede elettorali per posta, promette di rimborsare il costo dei voli aerei per e dall’Italia a tutti gli italiani residenti all’estero: e fa capo a una presunta organizzazione non governativa che sostiene di effettuare già questi rimborsi. Fino a due giorni fa, almeno sulla carta, era possibile chiedere il rimborso dei voli sul sito di una presunta ong con lo stesso nome della lista, freeflightstoitaly.ngo, riconducibile a Macario, che sosteneva di avere rimborsato fino a quel momento circa 26mila biglietti aerei. Il Post ha provato a contattare questa presunta ong ma senza avere risposta, né è stato possibile trovare nessuna delle 26mila persone che avrebbero ricevuto i rimborsi. All’indirizzo della sede legale indicato sul sito nessuno ha mai sentito parlare di Free Flights to Italy. Il sito della presunta ong è stato chiuso questa settimana quando dei dubbi sulla correttezza della campagna hanno cominciato a circolare online.
Free Flights To Italy si presenta soltanto alla Camera e solo nella ripartizione America settentrionale e centrale, dove hanno diritto di voto più di 300mila italiani residenti all’estero e vengono eletti due deputati e un senatore. Gli unici due candidati di Free Flights to Italy sono Giuseppe Macario e sua madre, Bettina Anna Maria Borrelli, di 71 anni. La giornalista Selvaggia Lucarelli, che si è occupata molto di questa storia su Rolling Stone, ha scritto di aver ricevuto la conferma che Borrelli e suo figlio, Macario, vivono a Fiano Romano, in provincia di Roma, e che sarebbero conosciuti in paese ma si vedono poco ed escono poco di casa.
Macario sostiene sul suo sito di aver “aderito” alla lista su richiesta dei suoi organizzatori, ma in realtà ne risulta il fondatore, nonché l’unico candidato e membro insieme alla madre. Lo scorso 28 gennaio Macario ha depositato agli uffici della Corte d’Appello del Lazio i documenti per presentare la propria lista, tra cui le firme raccolte e la “dichiarazione di trasparenza” (si può vedere qui), cioè il documento che indica lui e sua madre come presidente e vicepresidente del movimento politico. Al Post risulta che la “dichiarazione di trasparenza” sia stata falsificata e contenga affermazioni di cui dubitare.
Il notaio Luigi D’Alessandro, la cui firma e il cui sigillo notarile compaiono in fondo al documento, ha detto al Post di non avere mai firmato quel documento e di non avere mai apposto il suo sigillo. D’Alessandro ha detto che un sigillo si può riprodurre facilmente a partire da un qualsiasi documento prodotto dallo studio: «si scannerizza e si fa copia e incolla». Il Post non ha potuto verificare indipendentemente la presunta falsificazione del documento e D’Alessandro non ha confermato direttamente se sia stato in contatto con Macario in passato o se abbia già proceduto a sporgere la denuncia contro di lui, come aveva annunciato a Selvaggia Lucarelli.
Nel documento c’è un’altra cosa non chiara: viene indicata come “segretario” di Free Flights to Italy Maria Cecilia Gabbianelli, cugina di Macario, che contattata dal Post ha sostenuto prima di non sapere nulla dell’intera faccenda e di non occuparsi di politica, poi – dopo qualche ora – che il suo ruolo nel movimento politico era cambiato e non era più la segretaria, senza aggiungere dettagli.
Ci sono anche diversi dubbi – che per il momento sono soltanto tali, senza prove certe – sul fatto che Macario sia realmente riuscito a raccogliere le 500 firme di elettori residenti all’estero necessarie a presentare la propria candidatura. Sul suo sito e sul suo profilo Facebook – da ieri diventato privato – Macario dice di vivere in varie località del continente americano, tra cui Los Angeles e Panama. Diverse fonti diplomatiche contattate dal Post hanno escluso che Macario possa avere raccolto le firme necessarie all’ambasciata di Panama o nel consolato di Los Angeles. Il Post ha fatto richiesta formale di accesso alla lista di firme presentata da Macario attraverso il FOIA ed è in attesa di una risposta dalla Corte d’Appello di Roma.
Almeno dieci persone, tra candidati e altro personale politico impegnati nella campagna elettorale nell’America settentrionale e centrale, hanno detto al Post di non avere mai visto in faccia Macario (diverse foto che usa sui social network sono false: una, ora rimossa, era quella di un attore di film porno) e di non avere mai partecipato a eventi elettorali con membri della lista Free Flight For Italy. Il Post ha chiesto informazioni su Macario in più di una dozzina di gruppi Facebook che raccolgono italiani residenti in Centro e Nordamerica, ma nessuno ha detto di aver mai sentito parlare di Macario, di Free Flights for Italy o di aver partecipato alle loro iniziative. Siamo riusciti a contattare solo una persona che lo ha incontrato – a Roma, il giorno del deposito delle liste – che ha fornito una descrizione di Macario completamente diversa dalle foto pubblicate dallo stesso sui suoi profili online.
«Ho scoperto dell’esistenza della lista di Macario poche settimane fa leggendo un commento su Facebook», ha detto al Post Giovanni Faleg, candidato nella stessa circoscrizione di Macario per il Partito Democratico. Emanuel Mazzilli, candidato col Movimento 5 Stelle, ha raccontato di aver saputo della lista Free Flights to Italy leggendo la sentenza della Corte d’Appello del Lazio che certificava i candidati. Decine di politici e persone coinvolte nelle attività degli italiani all’estero hanno descritto la partecipazione di Free Flights to Italy al voto come una situazione senza precedenti. L’ambiente della politica elettorale italiana nelle circoscrizioni estere è piccolo e i suoi protagonisti si conoscono quasi tutti tra loro. Ricky Filosa – fondatore della rivista ItaliaChiamaItalia e coordinatore del nord e centro America del Movimento Associativo Italiani all’Estero (MAIE), una delle liste candidate alle prossime elezioni – ha detto che non era mai successo che un candidato venisse fuori così dal nulla.
Raccogliere 500 firme vuol dire spostare più di 500 persone, coinvolgere personale diplomatico e pubblicizzare eventi elettorali: tutte cose di cui non si trovano testimoni né risultano prove. Nessuna delle persone che hanno parlato con il Post ha idea di come Macario abbia potuto raccogliere le 500 firme necessarie per presentare la sua lista: un procedimento lungo e complicato che altri partiti, con ben maggiore notorietà e copertura mediatica, non sono riuscite a completare (CasaPound, per esempio). Per candidarsi è necessario raccogliere le 500 firme alla presenza di un funzionario di un consolato italiano, cosa che può avvenire sia al consolato o all’ambasciata sia in un luogo terzo (ma in questo caso bisogna accordarsi con il consolato o l’ambasciata per far partecipare il funzionario, e non è facile). Le firme vengono autenticate direttamente dal personale diplomatico all’estero e poi riconsegnate ai rappresentanti di lista che si incaricano di depositarle alla Corte d’Appello del Lazio, che si limita a fare dei controlli a campione sui firmatari.
Il Post ha provato a contattare il ministero degli Esteri e il ministero degli Interni per aver informazioni più dettagliate sulle esatte procedure di controllo effettuate sulle liste. Il ministero degli Esteri ha detto che sono informazioni di competenza del ministero degli Interni; il ministero degli Interni ha confermato che la responsabilità sulla verifica dei documenti presentati dalle liste ricade presso la Corte d’Appello di Roma. Flavia Perra, presidente dell’ufficio centrale per la circoscrizione estero della Corte d’Appello di Roma, l’ufficio che ha eseguito materialmente i controlli sulle liste, si è resa indisponibile a parlare con il Post.
La storia di Macario, però, non è strana solo per i dubbi legati alla regolarità nella presentazione della lista Free Flights to Italy. Se si cerca il suo nome su internet, invece delle sue iniziative politiche o imprenditoriali, emerge un intrico di siti che ricordano quelli che di solito vengono bloccati dagli antivirus. Ce ne sono alcuni riconducibili e gestiti direttamente da lui, tra cui evidence-based.review, che ha un nome che sembra suggerire un contenitore di informazioni verificate ma che è accusato di pubblicare articoli diffamatori. Ce ne sono altri, come giuseppemacario.info, che mostrano strani avvisi in italiano e in inglese che mettono in guardia dai comportamenti diffamatori e molesti dello stesso Macario, che contengono link a siti i cui contributi sono prodotti dagli utenti senza filtro, e che hanno come riferimento degli indirizzi mail fasulli. È complicato venirne a capo, anche perché i domini di questi siti sono stati registrati in maniera anonima.
Screenshot di un sito in inglese che accusa Giuseppe Macario di molestie e frode
La complessità di questa rete è mostrata per esempio dall’evoluzione di evidence-based.review, sito nato alla fine di luglio 2017 sul quale Macario trasferì i contenuti del suo precedente sito, presto-news, che era stato oggetto di critiche feroci. Su presto-news Macario aveva infatti pubblicato diversi articoli che criticavano professionisti del mondo della comunicazione e dell’informazione, che non avevano mai sentito parlare di lui e ancora oggi non si spiegano perché siano finiti in mezzo a questa storia. Due di questi si chiamano Rudy Bandiera e Luca La Mesa e sono due consulenti e imprenditori che lavorano con i social network. Entrambi hanno raccontato al Post storie simili: hanno detto di non aver mai avuto contatti con Macario e di essere stati presi di mira con articoli diffamatori e potenzialmente dannosi per la loro reputazione da un giorno all’altro, senza alcun motivo. «Sono un docente e consulente, è ovvio che il mio nome esca e venga cercato su Google. Chi non mi conosce potrebbe farsi un’idea sbagliata», ha detto Bandiera.
Macario è stato accusato di comportamenti diffamatori e inopportuni anche negli stessi ambienti politici degli italiani all’estero. Una candidata a una circoscrizione estera alle prossime elezioni politiche, che ha voluto rimanere anonima, ha raccontato di essere stata ripetutamente importunata da Macario su Facebook due anni fa, di averlo bloccato e di avere valutato la possibilità di denunciarlo; e ha aggiunto in modo preoccupato che le è «venuto un colpo» quando ha visto che la lista di Macario era sulla scheda elettorale. Anche Filosa, coordinatore del MAIE, ha detto che leggendo le notizie uscite negli ultimi giorni gli sono tornate in mente diverse accuse – che ha definito «diffamatorie» – pubblicate su uno dei siti di Macario contro politici italiani all’estero.
Non è chiaro se siano in corso cause legali per diffamazione contro Macario. Lo studio legale Dattilo di Torino ci ha detto di avere iniziato una causa nel marzo 2017, che però sarebbe stata archiviata qualche mese dopo dalla Procura di Milano per l’impossibilità di rintracciare Macario; abbiamo avuto conferma dell’intenzione di altre persone di avviare nuove azioni legali ora che il nome di Macario è cominciato a finire sui giornali.
Hai delle informazioni che vuoi aggiungere a questa storia? Scrivi a redazione@ilpost.it.
TAG: ELEZIONI 2018, FREE FLIGHTS TO IT
(2018-02-25)
Leonardo Metalli candidato per il MAIE - Movimento Associativo italiani all’estero - nel Nord e Centro America, ha presentato un esposto e si è costituito parte civile nel procedimento presso la Procura della Repubblica di Roma che riguarda i falsi connessi alla presentazione della Lista Free Flights to Italy di Giuseppe Macario per le elezioni al Parlamento italiano in corso nel Nord e Centro America. Ad informarne con una nota lo stesso giornalista televisivo della RAI
"Grazie alle prime inchieste del giornale La Voce di New York che aveva intervistato Macario e in seguito indagato sulla legittimità della lista presentata nella circoscrizione estero Nord e Centro America, riferisce Metalli, abbiamo appreso che esistono gravi irregolarità sulla raccolta delle firme. Pertanto, oltre al nome fuorviante della lista e al programma che conteneva non proprio velate offerte di voli gratuiti, si aggiungono queste inquietanti conferme durante la delicata competizione elettorale che all’estero è ancor più complessa che in Italia per estensione del territorio e diverse lingue coinvolte.
Abbiamo appreso sempre dalla stampa che il notaio D’Alessandro che secondo gli atti aveva attestato la documentazione del Macario, ha presentato denuncia alla autorità giudiziaria per la falsificazione della sua firma e del suo sigillo notarile.
"Ci troviamo, continua Metalli in presenza di una gravissima violazione dei principi di libertà e democrazia che regolano le competizioni elettorali. Infatti i voti eventualmente raccolti dalla lista Free Flights to Italy di Giuseppe Macario il quale simbolo è tuttora purtroppo riportato nella scheda elettorale degli italiani all’estero, andranno ad alterare i risultati degli altri partiti regolarmente in lista secondo le regole previste dalla legge. Facciamo appello a tutti gli elettori interessati a non votare una lista e un simbolo abusivo. Una lista e un partito che promettono obbiettivi che potrebbero configurare il reato di voto di scambio. Infatti la lista ha fatto notizia grazie alla promessa di voli gratis per gli italiani residenti all'estero, millantando di aver rimborsato a 26.000 concittadini i voli di rientro nella nostra Pat ria, oltre ad aver messo a disposizione borse di studio per gli italiani che studiano all'estero."
Dove troverebbero i soldi per rimborsare i voli di tutti gli italiani all'estero che desiderano rientrare? Per giustificare le coperture economiche necessarie a sostenere la spesa, il promotore della lista Macario si aggrega al carrozzone dei grandi partiti e sostiene che basterà tagliare sull'accoglienza ai migranti. Ma in Italia il sito di Free Flights to Italy non risulta raggiungibile e il sig. Macario è sparito nel nulla, mentre i giornalisti lo cercano anche il suo telefono non risulta più attivo.
"Purtroppo, conclude Metalli, il simbolo della lista appare davvero sulle schede consegnate ai nostri connazionali all'estero. La macchina elettorale è ormai avviata e volge alla fine, ma la vicenda - conclude Metalli - pone più di qualche dubbio sulla modalità di accesso alle candidature per la circoscrizione estera." (25/02/2018-ITL/ITNET)
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