GiuseppeMacarioInfo
L'inquietante storia di un candidato fantasma
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L'inquietante storia di un candidato fantasma
L'inquietante storia di un candidato fantasma
L'inquietante storia di un candidato fantasma
L'inquietante storia di un candidato fantasma
da rollingstone.it
di Selvaggia Lucarelli
Sulla scheda elettorale arrivata agli italiani residenti all’estero appare un simbolo misterioso: Free flights to Italy di Giuseppe Macario. Indagando su chi sia il candidato, ci si imbatte in una sorta di surreale spy story tra titoli di studio inventati, accuse di diffamazione via web, persone impaurite e società fantasma a Panama.
Gli italiani residenti in America iscritti all’AIRE hanno ricevuto da pochi giorni la scheda elettorale. Tra i partiti che conosciamo, per la ripartizione America settentrionale e centrale, appare anche una lista con un simbolo blu e la bandiera dell’Italia che si chiama “Free flights to Italy” di Macario Giuseppe detto Joe e Borrelli Bettina Anna Maria.
Molti italiani residenti all’estero hanno fotografato la scheda elettorale con questo simbolo e la stanno commentando su twitter tra stupore e ilarità. Il simbolo e il nome della lista, oltre ad apparire alquanto bizzarri, mi giungono del tutto nuovi e quindi inizio ad indagare
Free flights to Italy risulta essere una ong con sede a Roma. Dal sito freeflightstoitaly.ngo questa organizzazione sembrerebbe offrire agli affiliati che sono iscritti all’AIRE (anagrafe italiana dei residenti all’estero) una serie di servizi: rimborsi del cento per cento sui biglietti per l’Italia ai cittadini italiani affiliati (e si sostiene che abbiano già rimborsato 26 000 voli…). L’aiuto ai figli di cittadini italiani nati in America (Canada o America centrale) che desiderano ottenere la cittadinanza italiana tramite lo ius sanguinis. Borse di studio a cittadini italiani in America così che possano andare a studiare in Italia. Cosa abbia realizzato VERAMENTE questa ong ad oggi non lo sappiamo. Di certo c’è solo questa ong non è su alcun sito che elenca le ong italiane.
Andando poi su internet a cercare informazioni, si scopre che su questa ong non si trova praticamente alcuna informazione al di fuori di due siti (uno è un blog) legati allo stesso Giuseppe Macario, presidente di questa ong e candidato, ovvero giuseppemacario.blogspot.com e https://giuseppemacario.men/free-flights-to-italy.html.
Inoltre, c’è un’ intervista a Macario sul sito lavocedinewyork.com datata 13 febbraio in cui lo stesso Macario dice che Free flights for Italy non è un partito ma una ong. L’intervista è molto vaga sia sul programma che sulla carriera di Macario: “L’Italia deve accogliere gli italiani, inclusi i residenti all’estero, anziché tenerli lontani o mandarli via. L’unica soluzione è quella presentata da Free Flights to Italy”. La sostanza del programma è sostanzialmente questa. Come la Ong si autofinanzi rimane un mistero.
Ora cerchiamo di capire chi siano Giuseppe Macario detto Joe e Bettina Anna Maria Borrelli candidati con questo oscuro Movimento Freeflifghts for Italy. E qui la situazione diventa intricata, ambigua e inquietante ai limiti della spy story.
Sulla Borrelli, sul web, prima di questa sua candidatura non esiste nulla. Sul sito lavocedinewyork.com viene descritta così:
71 anni, pensionata, abruzzese e ritornata in Italia dopo una vita dedicata all’insegnamento della lingua italiana, attualmente si occupa (senza alcun fine di lucro, e su richiesta degli interessati) di genealogia e di rintracciare i documenti degli avi degli italiani emigrati negli USA o in Canada.
Passiamo a Giuseppe Macario e iniziamo la strana ricostruzione delle informazioni su di lui.
Sullo stesso sito lavocedinewyork.com si dice questo:
36 anni, docente universitario a contratto in California, è titolare di un’impresa nel settore informatico ed educativo, più precisamente nella realtà virtuale, realtà aumentata e mondi virtuali 3D, con uffici a Panamá (sede principale), Los Angeles, San Francisco, New York, Winnipeg (Manitoba). È autore di due libri sullo stesso tema, di cui uno conservato nella Biblioteca del Congresso (Library of Congress) di Washington.
Vado a cercare una biografia di Macario e trovo una montagna di titoli e informazioni che lo fanno apparire una sorta di genio eclettico. Forse troppo eclettico.
Finisco su http://wiki.secondlife.com e scopro che Macario ha 36 anni (è nato nel 1981) ed è ANCHE docente a tempo indeterminato di informatica presso l’università della “California Università della Gente” (University of people) di cui è referente per l’Italia del polo universitario internazionale virtuale, ed è responsabile dell’ACM Student Chapter di Pasadena, California. Sarebbe anche esperto di cybersicurity e fondatore e proprietario della startup Vega: cybersecurity & privacy.
Inoltre, ha fondato l’unica agenzia di stampa bilingue di Second Life, che si è anche occupata della traduzione in esclusiva dei reportage dal metaverso dell’agenzia internazionale Reuters.
Sarebbe un pioniere di Second Life e l’unico italiano ad avere due record del mondo in competizioni di programmazione con problemi che non sono stati risolti neppure ad Harvard.
Su infojobs.it si dice abbia un dottorato di ricerca a Princeton. Lo conferma anche lui nella sua bio sul suo sito officiale. Dice di aver studiato al Mit.
Sul suo sito giuseppemacario.men si dice che “insegna e partecipa a iniziative di ricerca presso università in Italia e in America. Giuseppe Macario scrive sceneggiature per produzioni televisive, incluso un corto con Julia Roberts ”(Giuseppe Macario wrote the screenplay for this beautiful short movie where Julia Roberts travels to Scotland, France and Italy). Segue video dello spot Calzedonia con Julia Roberts.
Bene.
Andando a verificare queste informazioni si scopre che nessuna di queste trova alcun riscontro certo. Anzi, la maggior parte sono autentiche bugie.
Partendo dalle cose più semplici: Giuseppe Macario non appare in alcun credit dello spot Calzedonia con Julia Roberts realizzato da Saatchi&Saatchi. Antonio Gigliotti di Saatchi mi conferma al telefono che nessun Giuseppe Macario ha partecipato alla creazione dello spot in questione. Non sa chi sia. “Si chiama Macario come il comico, appunto”, mi risponde.
Stranamente però, se su google si digita il nome Giuseppe Macario + Calzedonia si scopre che Macario ha caricato degli spot Calzedonia sulla sua pagina YouTube associandoli dunque al suo nome. Forse per far risultare credibili le sue dichiarazioni.
L’università di Princeton, sentita al telefono, dopo alcuni controlli sul registro mi informa via telefono e via mail del fatto che nessun Giuseppe Macario ha ottenuto un dottorato presso l’ università.
L’università della California Università della Gente in cui avrebbe una cattedra da docente di informatica ha una barra di ricerca interna per nome e digitando il nome “Giuseppe Macario” non esce fuori alcun risultato, così come su google cercando Giuseppe Macario associato a tale università.
Il Mit nega di averlo avuto come studente tramite un certificato di cui sono in possesso.
Sul dove viva effettivamente ci sono alcune contraddizioni.
Nel video promozionale per le elezioni del suo Movimento Free flights to Italy (in cui c’è solo la sua voce con una foto) dice di avere un ufficio a Panama e di vivere tra Stati Uniti e Canada.
Ha una pagina fb in cui dice di vivere a Los Angeles. Secondo una dichiarazione di trasparenza del Movimento sul sito del Ministero dell’interno, è nato a Roma, il suo domicilio è a Fiano Romano. Sempre sul sito del ministero dell’interno (dait.interno.gov.it) si scopre che l’avvocato Maria Cecilia Gabbianelli è il segretario del Movimento Free flights. Su questo avvocato non esistono informazioni ma secondo alcune ricerche che ho effettuato sarebbe cugina di Giuseppe Macario.
Il profilo facebook di Giuseppe Macario è piuttosto strano e sembra effettivamente più quello di qualcuno che vive una “Second life” che una vita reale. Non scrive quasi mai nulla, posta foto di località marittime paradisiache e ha 255 amici che sono quasi esclusivamente amiche over 30 bionde, appariscenti stile playmate, straniere. Ha pochissimi amici italiani. Strano per uno che ha vissuto in Italia fino al 2008, lavora con l’Italia e lavora con università italiane. Per di più, molte foto utilizzate da Macario in realtà non ritraggono lui ma il noto fotografo Nigel Barker.
E ora passiamo alla parte più inquietante.
A Giuseppe Macario sono evidentemente collegati altri siti quali www.presto.news in cui dichiara stranamente di NON essere ricercato dall’FBI (reindirizza direttamente al suo sito ufficiale) e www.evidence-based.review (registrato a Panama) in cui annuncia di fare debunking di bufale. Nel sito ci sono solo due link VISIBILI ad articoli che denunciano una presunta TRUFFA dell’Università popolare di Milano e un altro istituto svizzero. (questione finte lauree, una storia piuttosto lunga e controversa).
Ho chiamato il presidente dell’Università Marco Grappeggia chiedendogli se conosce Macario e mi ha detto “Questa persona ne ha fatte di cotte e di crude. Ho sentito gente piangere per quello che gli ha fatto, ma non gente comune, parliamo di professori di Harvard e Columbia e gente di una certa levatura che ha dovuto rivolgersi a investigatori per capire chi sia davvero questa persona. Ha distrutto la nostra reputazione col sito presto.news che poi è stato fatto chiudere da noi e ha riaperto con un nuovo sito (il già citato evidence). L’abbiamo querelato per diffamazione ma la querela è stata impossibile notificarla, visto che non si sa dove viva veramente”. Alla fine della telefonata il presidente mi fa due nomi: J. B. (professore da 15 anni al Mit di Boston) e Mellissa Riddle. Mi dice di contattarli perché anche loro hanno a che fare con il tizio.
J. B. mi ha detto “Le rispondo solo per sincerarmi che lei non sia una persona legata a Macario perché c’è gente che di lui ha paura. So che ne ha fatte di tutti i colori, anche alla mia amica Mellissa”. Contatto via mail Mellissa Riddle, studentessa di Harvard. Mi risponde via mail: parlo solo con il mio avvocato presente perché nonostante non lo conosca, le sue azioni devianti nei miei confronti e di altre donne sono allarmanti”. In una successiva mail mi dà disponibilità a incontrarla con l’avvocato nei prossimi giorni dicendo che ha paura che lui le faccia ancora più male perché gode nel far soffrire le persone.
In effetti, googlando Mellissa Riddle, viene fuori come primo risultato una lunga pagina di accuse gravi sul conto di Mellissa: tentativi di estorsione, predatrice sessuale, schizofrenica, con disturbi di personalità, basso QI e persona che si spaccia per finta professoressa di Harvard. Ci sono poi delle foto di presunti messaggi privati della Riddle (paiono sms) non si sa a chi, in cui la ragazza parlerebbe delle sue abitudini sessuali. I messaggi, per la cronaca, di per sé non sono significativi di nulla.
Altro sito che riporta al sito di Macario è www.cheatturnitin.com (ovvero “imbroglia Turnitin”). TURNITIN è un programma che rileva eventuali plagi di testi ed è in dotazione presso le università. Digitando www.cheatturnitin.com si arriva diretti al sito www.giuseppemacario.men.
In effetti, su blogspot gestito da Università popolare di Milano si dice che Macario venda un programma chiamato “Cheatturnitin” che serve agli studenti per truffare le università.
Rudy Bandiera, esperto in materia digitale, altra persona di cui Macario si occupa nel sito Evidence e tacciato di vare cose, contattato al telefono mi dice che voleva muoversi tramite avvocati perché si sente diffamato ma i server del sito collegato a Macario sono all’estero e lo sforzo era superiore al danno. Luca La Mesa, italiano che lavora nel marketing con importanti gruppi, altra persona citata dal sito, mi dice che ha dato mandato ai suoi avvocati per procedere contro questo sito anche se è un sito nascosto, con server all’estero. Non conosce Macario e sta contattando le altre persone che cita per agire in gruppo contro di lui.
Silvia Vianello, manager a Dubai per un’importante multinazionale e per dieci anni docente in Bocconi, è un’altra vittima di Macario, il quale sostiene sul solito sito che è “una che si spaccia per professoressa alla Bocconi non essendolo”. Contattata al telefono, mi dice “Uno studio legale mi ha proposto una class action contro questo soggetto, io sono basita. Ho insegnato per 10 anni alla Bocconi, ho ancora la casella elettronica della Bocconi, non conosco questo soggetto e non so perché mi abbia preso di mira. Lui credo agisca sempre contro persone che hanno visibilità sui social come Bandiera, La Mesa e me, persone che hanno attività accademiche e allo stesso tempo professionali (io nella consulenza, altri come La Mesa nell’advertising). Sembra ossessionato da questi profili”.
Infine, tanto per aggiungere altre stranezze alla vicenda, cliccando su www.boyfriendhusband.men, una bizzarra pagina in cui si suggerisce alle donne come trovare ricchi mariti italiani, si finisce sul solito www.evidence-based.review, collegato a Macario.
A tutto questo va aggiunto un ultimo particolare inquietante: dopo alcune ricerche sul sito di Macario, qualcuno blocca l’ip con cui navigo. La stessa cosa succede a persone che mi aiutano nella ricerca. Probabilmente Macario o chi per lui blocca gli ip che arrivano dai link dei siti che raccontano le sue attività sospette sul web.
Non esistono mail di Giuseppe Macario. Non esiste mail della Ong (c’è un form di contatto). Non esiste numero di telefono della ong e di alcuna società che Macario dice di possedere.
Su twitter segue Chi l’ha Visto, Un giorno in pretura, l’Agenzia delle Entrate ed è seguito da pochissime persone, molti account quali NoiconSalvini (di Municipi diversi), Roma con Salvini etc.
Posta principalmente notizie di suicidi, sparizioni e questioni di natura politica. Mai nulla di personale. Mai interazioni con altre persone.
Il suo profilo instagram ha qualche foto di paesaggi e hotel.
Ho scritto alla Farnesina per sapere se collaborano con la sua Ong, sono in attesa di risposta.
Non c’è modo di contattarlo. Nel caso volesse farlo lui, sarei lieta di ascoltare la sua versione.
Ora, per chiudere, io non so chi sia Giuseppe Macario ma le informazioni raccolte sono perlomeno sospette e inquietanti. Soprattutto, credo che prima di inserire la sua candidatura in una scheda elettorale, in un paese normale si sarebbero fatte delle verifiche accurate su attività, persona, curriculum.
Lo meriterebbero tutti i cittadini italiani, non solo quelli che risiedono all’estero.
PS. Un funzionario di info-cooperazione, il più autorevole osservatorio sulla trasparenza delle ong, ha analizzato la situazione delle due organizzazioni non governative legate a Macario, una delle quali è appunto Free flights to Italy, e ci ha detto che “a vedere rapidamente quanto presente su internet sono delle organizzazioni create all’estero, non credo proprio siano onlus secondo la legge italiana. Il dominio .ngo (in uso raramente e solo negli USA) fa pensare che siano semplicemente associazioni costituite all’estero che possono denominarsi NGO ma non sono assimilabili alle ONG (organizzazioni non governative) registrate presso il ministero degli affari esteri italiano. Negli Stati Uniti per esempio, qualunque associazione privata può definirsi NGO, non governamental organisation, appunto. Poi vedo che sono liste depositate per le elezioni per i collegi esteri, quindi sicuramente detenute da qualcuno che risiede all’estero. Entrambe sembrano riportare a tal Giuseppe Macario”.
https://www.giuseppemacario.online
giuseppe-macario-free-flights-to-italy
https://www.giuseppemacario.men/it
https://www.freeflightstoitaly.ngo/
https://www.ilpost.it/2018/02/22/giuseppe-macario-free-flights-to-italy-truffa/
https://forum.chatta.it/politica/8533868/l-inquietante-storia-di-un-candidato-fan.aspx
https://en.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Sockpuppet_investigations/Bianbum/Archive
https://www.ilpost.it/2018/02/22/giuseppe-macario-free-flights-to-italy-truffa/
https://lavocedinewyork.com/tag/giuseppe-macario/
https://hookii.org/questo-macario-non-fa-ridere/
https://www.pressreader.com/italy/il-fatto-quotidiano/20180224/282235191145232
https://universitapopolaredimilano.blogspot.com/2018/07/universita-popolare-di-milano-di-fronte.html
https://www.pissedconsumer.com/presto-news-of-switzerland/RT-F.html#overview
di Giulia Pozzi e Stefano Vaccara
La Voce di New York
martedì 7 novembre 2023
GIUSEPPE MACARIO CANDIDATO FANTASMA
Tra i primi ad entrare in contatto con la lista Free Flights to Italy e con il suo candidato Giuseppe Macario, dopo la denuncia della giornalista Selvaggia Lucarelli, ci siamo messi alla ricerca della verità. Ecco a voi la storia incredibile della lista Free Flights to Italy, e di come il Ministero dell'Interno (che abbiamo contattato, e da cui attendiamo risposta) pare non si sia accorto di nulla
Siamo stati tra i primi ad accorgerci della candidatura, nella ripartizione Centro Nord America, di una bizzarra lista dal nome “Free Flights to Italy”, a prendere contatti con loro e, addirittura, con il suo candidato Giuseppe Macario. L’intervista a Macario che ne è derivata era parte del nostro speciale sul voto all’estero per il quale abbiamo sottoposto 9 domande, uguali per tutti, ai candidati della ripartizione Centro Nord America: ben 35 su 38 ci hanno risposto. E ancora prima che Selvaggia Lucarelli, sulla rivista Rolling Stone, scoperchiasse l’incredibile “spy story”che si nascondeva dietro alla lista, avevamo cercato di organizzare con loro un incontro a quattr’occhi, per saperne di più. Poi, quell’articolo è uscito ed era ormai chiaro che i sospetti messi in luce da Lucarelli fossero gravissimi. Una vicenda che ha dell’assurdo, e in cui, per qualche giorno, pare esserci cascata l’Italia intera. Certo, non che non ci fossimo insospettiti quando, nel lavorare al nostro speciale, ci siamo imbattuti in quella bizzarra lista, che rimandava a un’omonima ong, con una sede a Roma, che prometteva, in primis, biglietti gratis agli espatriati. Così, li abbiamo subito contattati, attraverso il modulo disponibile sul loro sito, per avere nome e biografie dei candidati, e per chiedere, appunto, un incontro di persona. Un incontro che non abbiamo mai fatto in tempo ad organizzare, perché sorpresi dalla pubblicazione dell’inchiesta di Lucarelli, ma che, come leggerete nel seguito di questo pezzo, in ogni caso non avrebbe potuto avere luogo.
Ad ogni modo, a pochi minuti dalla nostra prima richiesta, ci hanno immediatamente risposto, da un classico indirizzo gmail, fornendoci i nomi di Giuseppe Macario e di Bettina Anna Maria Borrelli e due righe di biografia, che sono poi quelle che abbiamo pubblicato nel nostro pezzo di presentazione e che tutti i giornali stanno citando. Lo abbiamo fatto, certo, con un po’ di stupore per l’evidente stranezza del nome e del programma della lista, ma fiduciosi nel fatto che il Ministero dell’Interno avesse effettuato tutti i controlli del caso, vigilando, peraltro, sul rispetto dei non banali requisiti che occorrono per candidarsi. Tanto più che chi ha risposto alla nostra prima e-mail si era dimostrato particolarmente disponibile e ben disposto (almeno, col senno di poi, in apparenza) ad accogliere una nostra visita nella loro sede, di cui ci hanno subito fornito l’indirizzo, salvo avvisarci, però, che non avremmo trovato i candidati perché “entrambi attualmente impegnati in America”.
Sempre disponibili, peraltro, si sono mostrati quando li abbiamo ricontattati per avere l’indirizzo e-mail di Giuseppe Macario, a cui volevamo sottoporre le 9 domande che abbiamo inoltrato anche agli altri candidati delle diverse liste in vista della realizzazione del nostro speciale. Anche in questo caso, l’e-mail ci è stata subito fornita, pur dietro raccomandazione (comprensibile) di non diffonderla per “evitare fenomeni di spam”. E il candidato stesso si è dimostrato sollecito a rispondere alle nostre domande, ponendosi, quindi, quasi al di sopra di ogni sospetto.
Dopo la prima denuncia di Lucarelli, anche noi della Voce di New York abbiamo condotto delle indagini per gettare un po’ di luce su una storia apparentemente assurda, che, nostro malgrado, è partita proprio dal nostro giornale
abbiamo contattato l’Ufficio Stampa del Ministero dell’Interno: perché, di tutta questa storia, ciò che quadra di meno è che un presunto “candidato fantasma”, che qualcuno – stando alle ricostruzioni di queste ore – accusa di truffe e addirittura cyberstalking, sia riuscito a raccogliere le sottoscrizioni necessarie e a organizzare una lista sufficientemente credibile (per quanto bizzarra) e con tutte le carte in regola per presentarsi alle elezioni. La nostra sollecitazione telefonica al Ministero si è conclusa con la richiesta di inviare una e-mail e di attendere la risposta del Responsabile, risposta che al momento in cui scriviamo non è ancora arrivata.
Nel frattempo, il sito di Free Flights to Italy, nonché gli indirizzi e-mail che avevamo utilizzato per contattare il movimento e il candidato, non sono più funzionanti. Ma c’è di più: controllando l’indirizzo della sede a Roma che l’ong ci aveva fornito nel nostro colloquio telematico, ci siamo accorti che si tratta di una località fuori dalla Capitale, praticamente dispersa nella campagna, per raggiungere la quale Google Maps non dà mezzi pubblici disponibili e che Street View identifica come una strada provinciale immersa nella sterpaglia con un unico casolare diroccato all’orizzonte. Un palese fake.
Abbiamo quindi controllato l’indirizzo della sede legale dell’organizzazione, come viene riportato nella Dichiarazione di Trasparenza pubblicata sul sito del Ministero dell’Interno: via Treves 25 a Fiano Romano, indirizzo che, secondo alcuni siti come Coobiz, sarebbe sede di un’impresa agricola riconducibile, guardacaso, a tal Macario Giuseppe e tale Borrelli Bettina Anna Maria, l’altra candidata della lista. Candidata che, scrive nel seguito della sua inchiesta Selvaggia Lucarelli citando l’anagrafe di Fiano, altri non sarebbe che la madre dello stesso Macario.
E intanto, continuiamo a imbatterci, sul web, in particolari sempre più sconcertanti. Ad esempio, alcuni siti (come questo) riportano che tale Giuseppe Macario, nell’ottobre 2015, apparteneva a un’associazione locale apartitica, “No Tasse Casa”, che avrebbe collaborato con Noi con Salvini Fiano Romano per elaborare il programma politico del movimento. Abbiamo provato a contattare il distaccamento locale di Noi con Salvini per avere qualche riscontro, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Ad ogni modo, sulla medesima testata che riportava questa notizia, abbiamo trovato un altro riscontro dell’esistenza di quella associazione, della quale, tuttavia, non abbiamo trovato traccia su Facebook:
Il presidente Giuseppe Macario, docente di informatica a tempo indeterminato presso l’università della California University of the People, vuole applicare a Fiano Romano lo stesso modello adottato da alcuni comuni italiani che, eliminando le spese inutili, hanno potuto ridurre le aliquote che determinano il calcolo, o perfino azzerarle. Non si tratta di discorsi campati in aria: noti quotidiani finanziari, tra cui Il Sole 24 Ore, hanno già pubblicato l’elenco delle amministrazioni virtuose che hanno preso questa encomiabile decisione a favore di tutti i cittadinia partire dal biennio 2015-2016. L’associazione è rigorosamente apolitica e accoglie la partecipazione di qualunque movimento, comitato o partito, che intenda impegnarsi a sostenere gli obiettivi dello statuto. Si ritiene che le finalità da raggiungere siano troppo importanti per essere ridotte a mere beghe tra politicanti locali. Le adesioni, anche formali, sono quindi giunte da sinistra, destra, centro, così come da chi non si riconosce nelle ideologie politiche o non crede più nei partiti.
Sempre alla ricerca di Macario, ci siamo imbattuti in un’altra incredibile traccia: una lettera, pubblicata dal Corriere della Sera e indirizzata alla rubrica Italians di Beppe Severgnini, scritta proprio da tale Giuseppe Macario, che, puntualmente, si presenta come “docente” 33enne “di analisi degli algoritmi presso l’università californiana University of the People”. Nella missiva, Macario racconta di un progetto della stessa Università che consiste nell’adozione di “open educational resources” (OER), cioè materiale didattico open source gratuito: un progetto meritevole, sostiene, di cui in Italia si parla troppo poco. Al termine della lettera, lascia anche un indirizzo e-mail e un numero di telefono, che naturalmente abbiamo provato a contattare, ma che risulta sempre “al momento non disponibile”.
Intanto, nel seguito della sua inchiesta, Lucarelli parla addirittura del soggetto come di un “molestatore seriale”, e di tante ragazze – circa 90 – che avrebbero subito da parte sua cyberstalking e diffamazione. Di riscontri sul web, in effetti, ce ne sono. Da una semplice ricerca online, ci si imbatte in diversi siti e blog, come giuseppemacario.info, nati, stando a quanto si legge, per denunciare le presunte attività di Macario stesso. In uno di questi, giuseppe-macario.blogspot.it, si legge addirittura: “Questo blog nasce a supporto di giuseppemacario.info, ed è stato realizzato dalle vittime di un personaggio di nome Giuseppe Macario (alias Antonio Russo)”, suggerendo dunque che il candidato di Free Flights to Italy abbia una doppia identità.
Mentre scriviamo queste righe, giungono aggiornamenti sulla vicenda che la stessa Lucarelli definisce, sulla sua pagina Facebook, “definitivi”. Un giornalista residente a Fiano Romano è andato fisicamente a controllare all’indirizzo indicato come domicilio da Macario sulla Dichiarazione di Trasparenza. Al citofono, ha risposto proprio la signora Bettina Anna Maria Borrelli, rifiutandosi però di rilasciare dichiarazioni. I vicini di casa avrebbero però confermato che Giuseppe Macario e sua madre vivono lì, descrivendoli come persone molto conosciute in paese perché escono poco di casa (si vocifera che lui, Macario, non esca praticamente mai). Avrebbero affermato, poi, che Giuseppe Macario è noto come esperto in informatica ma anche come persona problematica, che soffrirebbe di disturbi della personalità non meglio specificati. Il notaio Luigi D’Alessandro indicato sull’atto depositato da Macario nel sito del Ministero, sentito al telefono dalla stessa Lucarelli, ha poi affermato che la sua firma è falsa e sporgerà denuncia nei confronti di Macario. Da parte nostra, in attesa di una risposta diretta del notaio, che abbiamo contattato, abbiamo parlato personalmente con la giornalista, che ci ha confermato per filo e per segno la circostanza. Oltretutto, conversando con lei al telefono riguardo a questa incredibile vicenda, ci siamo chiesti se, a questo punto, i voti degli italiani all’estero non debbano essere annullati, visto che, al di là dei singoli voti conquistati dalla lista, la sola presenza di “Free Flights to Italy” sulla scheda elettorale avrà naturalmente orientato le decisioni dei votanti.
Ora che i pezzi del puzzle cominciano a combaciare, la domanda con cui abbiamo inziato questo pezzo, tuttavia, rimane: com’è possibile che un soggetto simile abbia potuto candidarsi indisturbato senza destare sospetti presso il Ministero dell’Interno? Per cercare di avere chiarimenti su questo punto, a nostro avviso dirimente, oltre a restare in attesa della risposta del Viminale, abbiamo contattato anche il Consolato d’Italia a New York e gli abbiamo posto delle domande. Quando avremo le risposte, vi aggiorneremo.
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La Farnesina a Roma, sede del Ministero degli Esteri - Wikimedia
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Mentre in Italia la campagna elettorale è agli sgoccioli e ci si prepara al voto di domenica, all’estero le urne sono ormai chiuse. Sono infatti da considerarsi valide le schede elettorali pervenute al Consolato di competenza entro le 16 di ieri, giovedì 1 marzo. Per gli italiani all’estero, insomma, alea iacta est: e il dado è tratto anche per i nostri connazionali della ripartizione Nord Centro America, nonostante, come noi della Voce abbiamo più volte sottolineato, tra i candidati figurasse una lista – Free Flights to Italy – sulla quale sono emersi fondati dubbi di legittimità.
Lista che ad oggi, a votazioni concluse, compare ancora regolarmente nell’elenco pubblicato sul sito del Ministero dell’Interno, e della quale si può ancora consultare la Dichiarazione di Trasparenza nonostante il notaio Luigi D’Alessandro, che noi abbiamo contattato personalmente, abbia più volte affermato di non riconoscere firma e sigillo a lui attribuiti apposti sul documento. Non solo: in alcuni forum e gruppi ci siamo imbattuti in commenti di utenti che dichiarano di avere votato per la lista, ignari delle presunte irregolarità emerse fin qui.
Anche per questo, noi della Voce continuiamo a tenere alta l’attenzione sulla vicenda, e proseguiamo nella nostra inchiesta per cercare di ricostruire il quadro completo. Ad oggi sappiamo che la denuncia del notaio D’Alessandro ha fatto aprire un’indagine presso la Procura di Roma, a cui si aggiunge l’esposto presentato dal candidato del MAIE e giornalista Rai Leonardo Metalli. Inoltre, abbiamo contattato i Consolati di Los Angeles e San Francisco e all’Ambasciata italiana negli Usa, alla ricerca dell’ufficio competente che, secondo la normativa, deve aver autenticato le sottoscrizioni raccolte da Giuseppe Macario a sostegno della propria lista. Entrambi i Consolati e la stessa Ambasciata ci hanno risposto consigliandoci di contattare il Servizio Stampa Servizio per la stampa e la comunicazione istituzionale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. Dalla Farnesina, ci hanno comunicato di non poter, in questo momento, rivelare gli uffici coinvolti nell’autentica delle firme, ma ci hanno assicurato il loro impegno nell’effettuare le verifiche del caso, condividendole, peraltro, con tutte le autorità coinvolte nel processo elettorale.
Sia dal punto di vista giudiziario che da quello istituzionale, insomma, sono in corso delle indagini che appureranno le responsabilità di Giuseppe Macario e chiariranno la posizione della sua lista Free Flights to Italy. Non è dato sapere, invece, che ne sarà del voto degli italiani in Nord America: qualora venissero confermate le irregolarità, verrà invalidato? In effetti, esiste qualche precedente in questo senso. Nel 2014, ad esempio, venne annullato il voto delle elezioni regionali del Piemonte del 2010 per un caso per certi versi simile a quello di Free Flights to Italy: la presenza di una lista, i Pensionati per Cota, viziata da irregolarità, visto che 18 firme su 19 a sul sostegno erano false. Un annullamento peraltro confermato in Cassazione.
Certo, le differenze tra quel caso e questo sono evidenti: innanzitutto, in Piemonte si trattava di una lista a sostegno del governatore eletto, mentre in questo caso Free Flights to Italy, verosimilmente, avrà preso pochi voti. Inoltre, quelle erano elezioni regionali e queste sono politiche, nella circoscrizione estero. Il punto che si dovrà chiarire, di qui in poi, è se il vizio – qualora confermato – abbia inficiato tutti gli atti della consultazione elettorale oppure no. Nelle prossime settimane, ne sapremo di più.
Classe 1989, lombarda, dopo la laurea magistrale in Filologia Moderna all'Università Cattolica di Milano si è specializzata alla Scuola di Giornalismo Lelio Basso di Roma e ha conseguito un master in Comunicazione e Media nelle Relazioni Internazionali presso la Società Italiana per l'Organizzazi
https://www.ilpost.it/2018/02/22/giuseppe-macario-free-flights-to-italy-truffa/
https://www.vice.com/it/article/59k5en/free-flights-to-italy-partito
https://www.italiannetwork.it/news.aspx?ln=it&id=51769
GIUSEPPE MACARIO ALIAS MODULATO DI WIKIPEDIA
La Voce di New York Modulato alias Giuseppe Macario
Primo Piano
May 7, 2021
Wikipedia, sei molto utile, ma chi controlla il controllore?
L’affare Modulato-Macario che ha colpito La Voce di New York conferma fragilità nel sistema di verifica su Wikipedia a cui occorre porre rimedio
Stefano VaccaraVisti da New York Stefano Vaccara
Wikipedia, sei molto utile, ma chi controlla il controllore?
Wikipedia. Tutti la conosciamo, sia nelle versioni italiana che inglese. Quando ci rivolgiamo a Google per avere informazioni su persone, aziende, istituzioni, eventi storici, scoperte scientifiche o quant’altro, la pagina Wikipedia è quasi sempre tra i primi due o tre riferimenti non pubblicitari che il motore di ricerca ci propone.
Parliamo di SEO ranking. L’acronimo sta per Search Engine Optimization. SEO ranking è un numero che indica la misura in cui Google o un altro motore di ricerca valuti credibile e rilevante un sito o una pagina web. Tanto più alto è il SEO Ranking di una pagina, tanto più è probabile che quella pagina si posizioni tra i primi risultati proposti quando cerchiamo argomenti sul web.
L’enciclopedia online mantenuta da un esercito di volontari in tutto il mondo ha un ranking SEO altissimo. Essere su Wikipedia significa essere “degni di nota” a livello globale in un mondo in cui le trappole poste dalle fake news ci fanno dubitare di ogni cosa che vediamo e leggiamo sul grande web. Non solo, grazie alla sua apertura e al potenziale pressoché illimitato di spazio, su Wikipedia si trovano spesso dettagli molto particolari, e molto informati relativi a storie, episodi, prodotti di nicchia che possono interessare anche un pubblico ristretto.
Per questo motivo l’intero pianeta cerca di proporre articoli su WP: iniziative commerciali, biografie di personaggi più o meno noti, scuole di ogni ordine e grado, pagine in memoria di un caro estinto, spesso chi pubblica lo fa per semplice vanità o per i più svariati motivi che giustifichino una presenza sul sito fondato da Jimmy “Jimbo” Wales e Larry Sanger nel 2001. In questa situazione, lasciare che ognuno pubblichi quello che gli pare su Wikipedia liberamente non può funzionare. Il rischio che qualcuno millanti storie o qualità o successi inesistenti è altissimo con il pericolo di minare alla base le credibilità – che per definizione deve essere assoluta – del sito. Di più, se Wikipedia fosse aperto a qualunque illazione, sarebbe un tazebao in cui tutti scrivono ciò che più gli conviene come già si può fare nel mare magnum del web. Se tutti potessero autopubblicarsi su Wikipedia liberamente, la credibilità del sito si sarebbe dissipata già da molto tempo. Per questo motivo, negli anni si sono sviluppate delle direttive ad uso di redattori di Wikipedia per decidere cosa sia “enciclopedico”, e quindi meritevole di uno o più articoli sul sito, e cosa no. In super sintesi, occorre che fonti rispettabili e indipendenti parlino con una certa frequenza del “soggetto” in questione affinché esso possa ambire ad avere un proprio articolo approvato dai severi controllori di WP. L’obiettivo anzi, il goal di Wikipedia è quello di dare valore ai suoi lettori ponendosi come enciclopedia, gratuita e universalmente accessibile, densa di informazioni su ogni aspetto dello scibile umano, molto spesso con approcci altamente scientifici o specializzati o tecnici, un obiettivo ambizioso e in larga parte raggiunto.
Dopo quasi vent’anni di attività, il metodo ha funzionato visto che la credibilità di Wikipedia resta altissima. Non solo i suoi articoli vedono praticamente garantito un posto in pole position sui motori di ricerca, ma altri social, ad esempio Facebook e YouTube, si appoggiano alla presenza di un articolo su Wikipedia per valutare la rispettabilità di una fonte di informazione, sia esso un giornale, un autore, una rivista scientifica, un videoblogger o qualsiasi altro “operatore della conoscenza”.
Lo scrittore Philip Roth nella sua casa di
Manhattan, nel 2010 (Photo by Wolf Gang)
I questa metodologia è inevitabile che vi sia il rischio di eccessi di zelo o di incongruenze o peggio di manipolazioni. Un esempio rimasto negli annali riguarda un celebre libro di Philip Roth The Human Stain. L’articolo ricostruiva nel dettaglio chi fosse nella vita reale il personaggio che aveva ispirato il protagonista del libro di Roth. L’autore dell’articolo su Wikipedia rivelava che Roth era stato ispirato dallo scrittore e critico letterario del New York Times Anatole Broyard. Roth scrisse a Wikipedia spiegando che quella illazione era un errore, risultato di pettegolezzi letterari privi di credibilità alcuna. Il grande scrittore rivelava inoltre che il suo protagonista era stato ispirato da un suo amico conosciuto molti anni prima a Princeton, Melvin Tumin. Lo stesso Roth racconta che quando scrisse a un redattore di Wikipedia segnalando l’errore e suggerendo la correzione gli fu risposto:”Comprendiamo che l’autore è la fonte più attendibile ma in questo caso abbiamo bisogno di una fonte secondaria”. Stupito, oltraggiato ma anche divertito da tale apparente assurdità, Roth scrisse un lungo articolo sul New Yorker ridicolizzando con sottile ironia chi gli scrisse la lettera e il metodo così rigido di Wikipedia. Fu poi grazie all’articolo sul New Yorker che Wikipedia considerò la precisazione in arrivo “da una fonte secondaria”. Il paradosso? Ancora oggi su Wikipedia, che pure prende nota e riferisce della lettera chiarificatrice di Roth, si cita che “qualcuno ritiene che il personaggio fosse ispirato da Anatole Broyard”.
Oggi su La Voce di New York ci occupiamo di Wikipedia perché VNY è stata a sua volta coinvolta in prima persona in un caso bizzarro, in fondo non dissimile a quello che coinvolse Roth per la sensazione di impotenza di smentire illazioni e falsità che ci sono state attribuite non per il fine di migliorare l’Enciclopedia, ma, in questo caso, con il solo scopo di diffamare la Voce di New York ed escluderla da Wikipedia. Il caso si apre con l’intervento di un personaggio anonimo che si fa chiamare Modulato. (Qui riveliamo chi è e il suo enorme conflitto di interessi). Operando con grande conoscenza di tutti i meandri tecnici che regolano le valutazioni di credibilità di wikipedia, Modulato ha lanciato calunnie e fake news su la Voce di New York raggiungendo il suo obiettivo di far chiudere la nostra pagina. Scriviamo di questo per prima cosa per difendere noi stessi da attacchi privi di qualunque fondamento ma anche perché le dinamiche che abbiamo seguito nel corso del “dibattito” hanno implicazioni che vanno ben oltre il nostro caso. Implicazioni che impongono riflessioni sul sistema Wikipedia in generale e su come esso rischi di essere manipolato da hacker che impediscono al sito di essere poi davvero coerente con i suoi obiettivi dichiarati.
Per questo oggi non siamo convinti che Wikipedia abbia gli anticorpi per proteggersi da tutti i casi di abuso, né, a cascata, che abbia i meccanismi per proteggere persone, aziende e istituzioni che tramite Wikipedia vengono diffamate e subiscono danni di immagine o altro.
Se Wikipedia ha il ruolo di intermediario attraverso cui passare per avere riconosciuta la propria credibilità, la domanda spontanea è: chi controlla il controllore? Quali tutele ha chi viene diffamato da Wikipedia? Quali meccanismi può attivare chi ritiene di aver subito un torto o un sopruso perpetrato attraverso le pagine enciclopediche?
Procediamo con ordine. VNY ha avuto una pagina su Wikipedia inglese per oltre un anno. Il primo draft era stato creato dall’iniziativa personale di un libero contributore a VNY con qualche conoscenza dei meccanismi di Wikipedia. Il draft era stato poi promosso ad articolo mesi dopo la creazione da un admin indipendente che, presumibilmente dopo aver fatto i debiti riscontri, aveva ritenuto la proposta sufficientemente enciclopedica a fronte dei riferimenti forniti e di altri facilmente rinvenibili. Siamo certi che voi tutti che ci seguite e ci leggete non abbiate dubbi sulla legittimità della nostra testata o sul fatto che descrivendoci con il rigore giornalistico che ci contraddistingue non rischiamo di essere mitomani. Abbiamo vinto il premio Amerigo e Modulato prima lo nega poi lo definisce irrilevante. Abbiamo la redazione alle Nazioni Unite e Modulato dice che non è vero e poi che mentiamo per ottenere danaro da voi lettori. Tutte falsità gravissime e si potrebbe continuare, purtroppo sappiamo quanto oggi le falsità facciano presa. Ma vediamo il dettaglio della storia già oggetto di una nostra prima inchiesta la settimana scorsa.
La pagina in inglese di VNY su wikipedia, che era approvata più di un anno fa ma che con l’intervento dell’hacker Modulato è stato cancellata
Il 30 marzo 2021 un utente Wikipedia che, come già detto, si nasconde dietro le pseudonimo Modulato da’ inizio alla procedura di rimozione dell’articolo Wikipedia su VNY, spendendo una quantità enorme di energie per arrivare alla cancellazione nei giorni seguenti. Nonostante in prima battute le affermazioni contro di noi fossero false e diffamatorie, alla fine Modulato è riuscito a creare un’atmosfera psicologica su cosa sia vero o falso, tipico problema del nostro tempo, e a far cancellare la pagina convincendo gli altri editor che l’articolo non fosse sufficientemente enciclopedico (opinione che non ci trova assolutamente d’accordo, sia chiaro). Alcuni giorni dopo, Modulato è riuscito a far cancellare anche l’articolo su VNY su Wikipedia in italiano (articolo che era stato creato mesi addietro da un editor italiano indipendente) usando le stesse calunnie. A poco sono servite le osservazioni su di un sospetto Conflict of Interest (COI) del proponente (peraltro pervicacemente e falsamente negate da Modulato senza che ci fosse un modo di verificare), né sono state tenute in considerazioni dagli admin le evidenze che dimostravano come VNY fosse sufficientemente enciclopedico anche secondo le linee guida Wikipedia per la notability di giornali e riviste.
Attraverso un lavoro investigativo e di ricostruzione dell’attività di Modulato sulle diverse web properties della Wikimedia foundations, sfruttando anche le indicazioni lasciate da altri utenti che evidentemente sono stati danneggiati dal personaggio in questione, VNY è stata in grado di collegare Modulato all’identità di Giuseppe Macario, un personaggio noto per aver presentato la lista “Free Flights to Italy” alle elezioni politiche del 2018 falsificando sia la documentazione che le firme notarili .Tali tentativi erano stati illustrati dalla Farnesina e da altre istituzioni e denunciati sia da VNY che da altri. Macario ha reagito, prima con richieste di rimozioni, poi con minacce legali, infine dense di oscure e non meglio identificate minacce se la Voce non avesse rimosso tutti gli articoli. A La
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